Grand Prix Centro Italia Giovanile

Dario Acquaroli: passione, impegno, lavoro, sacrifici, traguardi

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Gp Centro Italia Giovanile mtbUn biker amatissimo, un’atleta che ha conquistato tanto nel mondo dello sport: sul piano agonistico, ma anche umano. E’ in qualche modo uno dei biker più forti che ha avuto la mountain bike italiana.
Ci tiene anche lui, il grande Dario Acquaroli, il bergamasco classe 1975, a farsi intervistare da noi, anche per dare il suo messaggio verso i numerosi giovani biker che praticano la mountain bike.
E’ motivo di grande orgoglio anche per noi, inserire l’intervista di Acquaroli, tutt’ora impiegato promoter Vittoria Spa.

Ciao Dario.
Raccontaci le tue esperienze nel mondo dello sport extra mtb
Ho sempre praticato lo sci alpino, anche a livello agonistico. Ora mi diletto con sci, sci alpinismo, trekking, nuoto, corsa e naturalmente tutte le discipline del ciclismo

Come ti sei avvicinato la mtb?
Utilizzavo la bici (da strada) come mezzo d’allenamento a “secco” per lo sci nel periodo estivo. Nel 88/89 quando le prime MTB sono giunte nel nostro paese me ne sono invaghito come tanti ragazzini dell’epoca. Ho lavorato, durante le vacanze estive, nell’hotel della mia famiglia e con le mance che ho raccolto sono riuscito a comprarne una usata (non avevo racimolato abbastanza per una nuova). Coinvolto da alcuni amici che gareggiavano in un piccolo team (cicli Redondi) nel mio paese natio, San Pellegrino, ho partecipato alla mia prima gara che ho vinto. Da quel giorno è stato amore a prima vista, da una passione è diventato poco dopo un bellissimo lavoro

Passione, impegno, lavoro, sacrifici, traguardi.
Questo è un po' il cammino intrapreso dal biker bergamasco, che nella sua storia agonistica, ha corso con  la Cicli Atala Redondi, Bianchi, Full-Dynamix e Sintesi. I successi che ricordi con maggior orgoglio
Beh la prima vittoria non si scorda mai e i due mondiali mi “aiutano” ancora oggi


Hai fatto un conteggio di quanti anni hai gareggiato, quante corse hai fatto e quante vittorie hai ottenuto?
Ho gareggiato in totale per 22 anni, partecipato a circa 400 gare e vinte circa 150

Numeri importanti. Ma praticare la mtb per te cosa ha significato?
Ha rappresentato tutto, anche quello che sono ora. Una passione, un lavoro, la mia indipendenza economica dall’età di 15 anni, dolore, sacrificio, lacrime e tanta gioia

La più grande soddisfazione?
Vincere il primo mondiale (Metabief ’93) davanti a mia madre, è stata purtroppo l’unica gara che ha potuto vedere
Dario Acquaroli
Miguel Martinez - Dario Acquaroli - Cadel Evans Mondiali MTB U23 a Cairns nel 1996

Delusioni?
Il rammarico più grande è quello di non aver partecipato alle Olimpiadi

Davvero. Attualmente che ruolo occupi nell’azienda Vitttoria Spa?
Attualmente sono Promoter per Vittoria SPA, mi occupo di rapporti, informazione e formazione dei rivenditori, eventi e rapporti con gli end users

In ottica mercato, come sta andando?
Il mercato, dopo uno stop forzato, è ripartito più forte che mai

Hai mai pensato di passare alla strada come atleta?
Il pensiero vien più ora di prima. Negli anni 90 la MTB sembrava dovesse diventare al pari della strada come importanza. Firmai un contratto dopo il secondo mondiale vinto (Cairns ’96) che mi dava l’opportunità, mai sfruttata, di poter passare su strada come pro. Preferii restare dov’ero, da leader, evitando un salto nel buio

Una gara che avresti voluto vincere ?
Il terzo Mondiale?

Conosci il circuito del Gp Centro Italia Giovanile mtb?
Non troppo bene ma mi informerò

E' giusto che un biker dai 13-16 anni possa pensare, allenarsi, alimentarsi, come un biker elite?
La disciplina è giusta ma deve rimanere un gioco fino ai 16 anni. Troppo spesso vedo genitori invadenti e preparatori improvvisati che con saccenza mettono troppa ansia ai giovani atleti

In questi anni quanto è importante la famiglia, quanto è importante una società seria per questi biker
Fondamentale !!

Chi vorresti ringraziare per quello che hai ottenuto nella tua carriera?
Sicuramente i miei genitori perché mi hanno permesso di decidere tutto da solo

So che nella fase 1 del Covid 19 ti sei mosso con qualche iniziativa personale. Cosa hai fatto e cosa ti ha spinto a farlo?
Ritrovandomi chiuso in casa come milioni di Italiani, in una provincia dove i morti non si contavano più, mi son sentito molto impotente. L’unica cosa che potessi fare era quella di raccogliere fondi per aiutare la mia gente. Ho messo all’asta l’oggetto più importante della mia intera carriera, la bici originale con cui ho vinto il mondiale del ’96. Alla fine, con l’aiuto di Vittoria e la solidarità di tanti amici ho raccolto soddisfazioni e cose concrete che sono stati utili all’associazione Padana Emergenza Onlus che opera con le ambulanze in tutta la provincia di Bergamo. È stata una soddisfazione al pari di quella dei due mondiali che ho vinto (è in qualche modo il mio terzo mondiale)

Vai ancora a vedere gare di mtb?
Gli eventi li vedo per lavoro, non sono più stato su un campo gara solo per curiosità

Il tuo giudizio sulla mtb dei tuoi tempi a quelli attuali sul piano dei percorsi, delle tattiche e dei mezzi meccanici
E’ cambiato molto, molto si è giustamente evoluto. I percorsi sono più tecnici anche perche i mezzi permettono evoluzioni straordinarie e impensabili con le bike degli anni 90. Anche la preparazione è molto più mirata e specifica. Ai miei tempi le gare erano molto più lunghe in termini di km e la preparazione era molto più simile a quella degli stradisti (forse è anche per questo motivo che molti biker dell’epoca hanno avuto successo anche su strada)

Facciamo finta che tu sia il responsabile della commissiona nazionale settore fuoristrada.
Cosa cambieresti o che iniziative porteresti avanti per il settore giovanile
Non è facile esprimere un giudizio, dovrei studiare meglio tutto il sistema per dire la mia

Hai mai pensato di entrare nel giro della nazionale mtb come ct o altro?
Bella responsabilità, ho già un lavoro molto appagante. Dovrebbe esserci un’offerta di quelle che non si possono rifiutare (non so se mi spiego)

Un saluto ed un messaggio ai giovani biker e .... come andavi tu a scuola Dario?
A “squola?” andavo benissimo, ci andavo in bici.  Saluto tutti i giovani e giovanissimi atleti che si cimentano in uno sport così bello ma sacrificante come la MTB e sognano di avere la stessa fortuna che ho avuto io ossia di trasformare una passione in un lavoro. A loro posso dire, prima di ascoltare gli altri, di imparare ad ascoltarsi dentro… sia fisicamente che mentalmente. Se impari a conoscerti la vita sarà più semplice

Grazie Dario!!
 
Dario Acquaroli
Dario Acquaroli - Team Full-Dynamix
Dario Acquaroli: passione, impegno, lavoro, sacrifici, traguardi
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