Gravel

La mia Francigena, un regalo unico!

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Un regalo unico, per festeggiare il 50° compleanno. Niente watt, niente numeri, solo emozioni. Partenza da Modena e arrivo a Roma, da solo.
La via Francigena non è solo un viaggio: è un'esperienza, è la riscoperta del piacere di vivere la bici.
Questo il racconto di Andrea Baricchi, da leggere e "da vedere" con calma!


Ho programmato questo viaggio circa due anni fa, per festeggiare i miei 50 anni.
In due anni ho assemblato e costruito la mia personalissima Gravel per questo viaggio in Bikepacking e tracciato il percorso da casa fino ad allacciarmi alla mitica Francigena in centro a Lucca, per arrivare a Roma.
Sei tappe di pura fatica, ma di immensa gioia, per un totale di 605 km e 9100 m di dislivello.


Capitolo 1 : la partenza
Parto da casa accompagnato da alcuni amici e salutato dalla famiglia, in verità non mi aspettavo questa scorta, infatti sono un po' emozionato.
Mi sento allegro nei primi chilometri, forse per l'eccitazione del momento, poi capisco che devo rallentare i ritmi.
Mentre salgo, chiacchiero con gli amici e ognuno mi da i propri consigli.
Fanno parte del gruppetto due mostri del Bikepacking, uno ha vinto gare prestigiose e l'altro è andato fino a Capo Nord.
Ascolto tutti questi consigli, che durante il mio viaggio mi torneranno utili.
La prima tappa è piuttosto dura, almeno per me, devo quasi scavalcare l'Appennino tosco-emiliano e mentre pedalo mangio un toast. Il problema è che sull'ultima salita mi si blocca la digestione, dandomi grossi problemi.
Finalmente arrivo al rifugio dove dormirò e piano piano lo stomaco si riprende.
Gli amici mi salutano e tornano indietro.
Come sempre, prima di dormire, guardo le previsioni meteo per il giorno dopo e vedo che l'indomani sarà un giorno molto piovoso e questo mi preoccupa, perché in quota la pioggia si unisce al freddo.
Gli altri ospiti del rifugio mi chiedono dove sono diretto e, quando dico Roma, spalancano gli occhi e fanno il tifo per me.

Capitolo 2 : Lucca
Mi sveglio presto, alle 5:10, per capire se riesco ad anticipare il maltempo; metto la testa fuori e vedo un timido sole. Il vicino di camera mi sprona a partire subito, infilo in fretta e furia tutto nella sacca, faccio colazione e parto.
Ha piovuto tutta la notte, ma il fondo tiene e dopo pochi chilometri di offroad arrivo in vetta trovando il sole e panorami da cartolina.
Saluto la Croce Arcana e incomincio a scendere verso la Toscana, in una discesa lunga verso Lucca, che mi dà modo di recuperare le energie spese il giorno prima.
Arrivato a Lucca mi fermo per mangiare qualcosa, questa volta,però, accompagno una pizzetta con una coca cola (un vero idraulico liquido che mi aiuterà ogni giorno, ma a casa non la bevo mai), poi riparto alla volta di San Miniato.
Ecco, adesso sono sulla mitica Francigena e qui si apre un mondo!
Passo da asfalto a sterrato, strade bianche e lastricato con panorami e borghi che mi lasciano a bocca aperta.
Arrivo nel pomeriggio nel centro di San Miniato, un borgo stupendo, e come tutti gli altri giorni a scandire i tempi del dopo pedalata c'è la doccia tonificante, il bucato da fare con il sapone di Marsiglia che ho preso con me e la manutenzione della bike (una pulita alla catena e un pochino di olio); non ho preso pioggia, ma l'ho infangata per bene.
Alla sera esco per mangiare qualcosa e per guardare questo posto incantevole.
Vado a dormire presto e guardo le previsioni meteo per il giorno dopo, che mettono velato con possibili pioggie.

Capitolo 3 : Siena
La mattina, stessa tattica: mi sveglio presto e cerco di anticipare la pioggia, infatti le nuvole sono basse e scure.
Parto con le lenti gialle per avere più visibilità e pedalata dopo pedalata si apre una giornata di sole che rende i panorami spettacolari.
Iniziano le salite, quelle dure: un su e giù che spezza il ritmo e le gambe, ma mi regala gioie indescrivibili.
Pedalare solo per tanti km non l'avevo mai fatto e comincio a capire che non sto facendo un solo viaggio, bensì due.
Mi accorgo di sorridere spesso, anche se la fatica si fa sentire e a volte di parlare da solo, gratificandomi.
Mi sento pervadere dalle emozioni, sono tutte sparate a mille e mi danno una carica esagerata.
Finalmente arrivo a Siena e mi gusto questa bellissima città. Foto, tante foto. Ho lo scatto facile, perché non voglio perdere un attimo di questo incredibile viaggio.
Siena
Mentre sono al telefono con la famiglia, che mi sta seguendo con l'app Ride With Alex, una applicazione fighissima dove condivido la mia posizione in tempo reale con parenti e amici, in piazza del Campo vedo passare un altro biker che saluto distrattamente.
Riparto controllando la batteria dello smartphone e vedo che l'app consuma pochissimo. Sono contento, così a casa sono più tranquilli sapendo dove sono.
Ride with ALEX banner -
Uscendo da Siena rivedo il biker che avevo salutato e facciamo amicizia.
Zac
Mentre pedaliamo parliamo della Francigena, delle nostre fatiche, ma soprattutto della meraviglia che abbiamo negli occhi e nell'anima.
Finalmente arrivo a Monteroni D'Arbia e ci salutiamo. Lui prosegue perché ha la tenda, io invece ho le tappe pianificate: mi aspetta una signora gentilissima che mi accoglie nella propria casa.
Qui trovo un' altra ospite,  una pellegrina che fa la Francigena a piedi e ci mettiamo tutti e tre a parlare del più e del meno.
Dopo il lockdown sembra che abbiamo tutti più bisogno di normalità e di interagire con gli altri. Pare che il mio bioritmo sia cambiato: a letto presto e sveglia all'alba, ma prima sento un amico, che sta scendendo in Puglia con la sua bici.
Mi sveglio, vado in bagno e preparo la sacca, poi arrivo in cucina, dove trovo apparecchiato dal giorno prima. Sono il primo che si siede a tavola e trovo un biglietto, che ha scritto la signora per me e l'altra pellegrina.
Ci augura un buon cammino e ci ringrazia delle chiacchiere e come ultima cosa ci dice che il burro è in frigo.
Mi commuovo un po', la Francigena è anche questo.
Prendo la penna e scrivo ad entrambe un augurio di buona vita.

Capitolo 4 : la val d'Orcia
Parto con il fresco della mattina e poco dopo lascio l'asfalto ed entro in un posto magico: la Val d'Orcia, con i suoi panorami mozzafiato e le sue strade bianche che disegnano dei su e giù che spezzano le gambe e a volte la volontà, ma in un attimo vedi passarti davanti un capriolo che ti guarda e ti passa la fatica, sentendoti parte di ciò che ti circonda.
la Val d'Orcia
Pedalando ritrovo il mio amico Zac, il biker che ho salutato il giorno prima.
Mi racconta che ha dormito poco in tenda: i rumori degli animali lo hanno tenuto sveglio, ma è felice, gli si legge in faccia.
Pedalando arriviamo al castello di Spedaletto e rimaniamo incantati. Ci fermiamo ed entriamo per fare foto a profusione.
Ripartiamo e dopo qualche chilometro inizia una salita lunga, che ci porta verso Radicofani. Zac è stanco morto e io devo ancora fare una cinquantina di Km, così ci salutiamo con il gomito e gli lascio l'acqua della mia seconda borraccia, che non ho bevuto. Riparto e mi trovo salita, tanta salita.
Finalmente arrivo su al paese e mi faccio un panino con la solita coca cola. Finito di mangiare mi preparo per ripartire e chi trovo? Zac che sale, ce l'ha fatta. Lui è arrivato, io invece ho ancora tanta strada.
la Val d'Orcia

Di nuovo saluti e sorrisi a trentadue denti e poi giù a testa bassa, a menare sui pedali. Per fortuna mi aspetta tanta discesa.
Finita la discesa e trovato il torrente, c'è sempre un'altra salita, che tra bellissimi panorami ti porta in piccoli borghi. Mentre salgo, la mia attenzione viene catturata da un cartello Il Ristoro e, come in una pubblicità con messaggi subliminali, mi viene una sete pazzesca.
Si sale ancora e trovo un'altro cartello Il Ristoro 3,5km e mi dico: "è quasi fatta", ma secondo me sono km montanari, perché non arriva mai. Poi finalmente eccolo, mi appare davanti come un miraggio.
Entro e mi scordo la mascherina, ma per fortuna ero solo.
Chiedo da bere e dico al proprietario che erano chilometri che vedevo i suoi cartelli.
Riparto e mi aspetta ancora salita. Sono in prossimità di Acquapendente e adesso so perché si chiama così.
Pedalata dopo pedalata, sto arrivando a destinazione, il terreno cambia spesso e, a pochi km da Bolsena, la Francigena mi ributta sullo sterrato. Dopo 120km sulle gambe, mi trovo strappi al 20%, ma ancora una volta i panorami, in questo caso del lago, ti levano il fiato e la fatica passa.
È fatta, sono arrivato a Bolsena e sta cominciando a piovere. Missione compiuta, anche oggi l'ho schivata. Eseguo il solito rituale, poi vado in cerca di cibo. Questa volta la tappa è stata dura e guardandomi allo specchio mi vedo dimagrito.
Decido che ho bisogno di carne per reintegrare le proteine e mi sbrano una mega tagliata, con tanto di scarpetta.
Faccio una passeggiata sul lago per digerire tutta quella carne e vengo rapito dai colori del tramonto, un'altra meraviglia.
Ormai la sveglia non serve più: alle 5:30 mi sveglio e mi preparo, poi cerco un bar per fare colazione.

Capitolo 5 : Montefiascone
Pronti via e si parte. Arrivato a Montefiascone trovo altri strappetti di quelli tosti; a scendere, invece, un lastricato che mi fa vibrare le braccia per qualche km, che mi fa entrare nelle campagne del Viterbese, caratterizzate da panorami bellissimi.
I chilometri passano veloci e veloci cambiano i panorami. Vetralla e Sutri regalano le grotte scavate nel tufo... Spettacolo!
Mi accorgo che mi sto avvicinando a Roma dal traffico che trovo e dai monumenti che incontro.
Dopo un tratto di sterrato, arrivo alle porte di Campagnano e mi appare una salita durissima, perciò decido di scendere e mi accorgo di far fatica anche spingendo a piedi.
Mentre sono lì che spingo incomincia a piovere e, se devo dirla tutta, quelle due gocce hanno stemperato il caldo.
Decido di fermarmi in un bar a bere qualcosa aspettando che finisca di piovere.
Anche lì mi chiedono da dove vengo e dove vado, e vedendomi bere un tè preconfezionato mi domandano se voglio un tè fatto in casa.
Il barista prende questo boccione dal frigo e me ne dà un bicchiere: tutto un altro gusto.
Nel frattempo ha smesso di piovere e riparto per arrivare a Formello, dove mi aspetta una famiglia gentilissima.
Arrivato, mi metto a chiacchierare e il tempo passa veloce, perché c'è sintonia.
La signora, gentilissima, mi lava gli indumenti in lavatrice, così io recupero tempo e contatto un amico, che non vedo da un po', il quale mi sta seguendo su Facebook, dove condivido il link della posizione e una marea di foto che sembra vengano molto apprezzate.
Passo una bella serata in compagnia sua e della compagna, che è una vera cittadina del mondo.
Torno al B&B e preparo tutto per il giorno dopo. Non per niente, mi son fermato prima per gustarmi l'entrata a Roma.
La sveglia non suona, come sempre la anticipo. Rimonto tutto e faccio una bella colazione, è arrivato il momento.
Saluto la splendida famiglia che mi ha ospitato e salto in sella.

Capitolo 6 : Roma!
Salite e discese fino a Labaro, poi mi innesto sulla ciclabile del lungo Tevere, che sembra un'autostrada.
Pedalata dopo pedalata, sale l'emozione. Arrivo in città e devo stare attento, perché il traffico è frenetico e il mio sguardo va da una parte all'altra.
Arrivato a Castel S. Angelo, mi appare in lontananza il cupolone di S. Pietro, che emozione!
Sto per attraversare l'ultima strada e una macchina che va forte mi suona, ma io sono già passato, non ci sono più ostacoli.
Pedalo molto lentamente per gustarmi il momento.
Arrivo davanti alle transenne e chiedo ai poliziotti di guardia se posso entrare e mi sento rispondere: Certo ma deve scendere dalla bicicletta.
Così scendo, mi metto la mascherina ed entro.
La piazza è quasi vuota, sembra surreale. Mi fermo qualche minuto e realizzo che il mio sogno si è compiuto e l'emozione è tanta.
Avrei voluto sollevare la bici al cielo e farmi fare una foto, ma non ho potuto, quindi ho provveduto con selfie e scatti in quantità.
È presto e vorrei vedere anche altro, ma il traffico di Roma non mi piace e quindi decido di tornare indietro dove ho dato appuntamento alla famiglia.
Chiamo mia mamma e,parlando del momento magico, mi viene da piangere.
Ho realizzato solo in quel momento tutto ciò che avevo passato: le fatiche, la soddisfazione di esserci arrivato con le mie forze e con la bici che avevo costruito.
Mi dirigo verso il punto prestabilito e attendo la family in un bar.
Poco dopo li vedo arrivare e scatta un abbraccio a tre. Adesso sono appagato e le emozioni continuano.
Loro vogliono sapere e io rivivo tutto raccontandoglielo.
 
P.S.: Zac è arrivato e dalle foto è contento come un bimbo!!!

La galleria fotografica completa è sulla pagina Facebook di Andrea Baricchi
Porta lo smartphone alle tue escursioni - Ride with ALEX - #ridewithalex
La mia Francigena, un regalo unico!
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